UNIAT APS Lazio

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Memoria UNIAT Nazionale APS sul disegno di legge c. 1896 del Governo, di conversione in legge DL 29 maggio 2024, n. 69 – Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica

MEMORIA UNIAT NAZIONALE APS PER L’AUDIZIONE PRESSO LA COMMISSIONE AMBIENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI SUL DISEGNO DI LEGGE C. 1896 GOVERNO, DI CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 29 MAGGIO 2024, N. 69, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE EDILIZIA E URBANISTICA.

Ringraziamo la Commissione Ambiente della Camera dei deputati per averci convocato per un’audizione sul Decreto-legge “Salva Casa”, che introduce disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica. 

Consideriamo fondamentale ascoltare le Parti Sociali, un’iniziativa che purtroppo non è stata ancora presa dal Ministro Salvini, nonostante le richieste di convocazione rimaste senza risposta da parte dell’Uniat Nazionale APS. Pertanto, partecipiamo con convinzione all’audizione odierna, sperando che rappresenti il primo passo verso un confronto aperto, costante e rispettoso tra tutti gli interlocutori che rappresentano vari aspetti della società civile, del contesto socioeconomico e, soprattutto, dei cittadini italiani. 

Il tema della casa e dell’abitare è cruciale per la coesione sociale e la stabilità economica di milioni di famiglie. Vorremmo essere coinvolti in una riforma sistemica complessiva, invece di assistere a interventi mirati che lasciano aperte tutte le questioni strutturali. La sfida del futuro resta da costruire, e questo decreto sembra andare nella direzione opposta, lasciando aperte questioni fondamentali e le richieste pressanti dei cittadini coinvolti nell’edilizia privata e pubblica. 

Il decreto, focalizzato solo sull’edilizia privata, ignora temi importanti come la rigenerazione urbana, le risorse per il Fondo a sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, e le agevolazioni ai mutui per la prima casa, che rappresenta il principale investimento delle famiglie italiane. 

Chiediamo trasparenza sulle entrate derivanti da questo provvedimento, con vincoli di destinazione che assicurino l’utilizzo delle somme principalmente per le politiche della casa e dell’abitare. Parte delle entrate dovrebbe finanziare interventi strutturali sull’edilizia residenziale pubblica e affrontare l’emergenza abitativa. 

Proponiamo la creazione di una Commissione, che includa anche le Associazioni degli inquilini e dei proprietari, per verificare il flusso delle entrate e il loro utilizzo futuro, prevenire abusi e monitorare l’iter operativo del provvedimento.

Il provvedimento presentato sembra un “mini-condono” piuttosto che una vera semplificazione edilizia, con effetti difficili da prevedere e valutabili solo ex post. La possibilità di modificare la destinazione d’uso degli immobili solleva perplessità sia urbanistiche sia sociali, rischiando di favorire fenomeni come la desertificazione dei centri storici e l’esplosione di residenze turistiche. 

Se l’obiettivo del Decreto era rilanciare il mercato immobiliare e promuovere la rigenerazione edilizia, riteniamo che sia un’occasione sprecata. È necessario rifinanziare adeguatamente il fondo a sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, pianificare un progetto complessivo per ridare vita alle città e affrontare il disagio abitativo. Proponiamo un piano pluriennale con finanziamenti ordinari ed europei per consentire una programmazione continua degli interventi da parte degli Enti Territoriali. 

Chiediamo una legge specifica sulla rigenerazione urbana con adeguate risorse, criticando i tagli del Governo al PNRR per i Piani Urbani Integrati e per i progetti di rigenerazione urbana. Investire nei contesti urbani significa anche creare posti di lavoro di qualità nel settore delle costruzioni e contrastare il disagio sociale. 

È essenziale affrontare l’emergenza abitativa degli studenti universitari, prevedendo risorse per borse di studio e sostegni per gli affitti, e incentivare progetti di cohousing. Proponiamo inoltre di aumentare le detrazioni fiscali per gli affitti degli studenti fuori sede, considerando che i costi attuali sono significativamente aumentati. 

In sintesi, riteniamo che il Decreto “Salva Casa” rappresenti una visione politica limitata e distante dalle esigenze reali di semplificazione e rigenerazione urbana. 

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